Catia Bastioli

“La Bioeconomia, se declinata nella logica circolare, come rigenerazione territoriale, con al centro la salute del suolo, può essere uno strumento essenziale delle strategie e politiche europee per arginare i fenomeni del cambiamento climatico nel breve e per rendere possibile quello che io chiamo il «fare di più con meno»”. Fare di più con meno per creare un equilibrio realmente sostenibile tra uomo e natura, tra mercati e legge, tra consumo privato e beni pubblici, ecco la mission di Catia Bastioli, Amministratrice Delegata di Novamont S.p.A., Presidente di Kyoto Club ed ex Presidente di Terna.

Pioniera della chimica verde, della bioeconomia delle biomasse, degli scarti e dei derivati, della ricerca e sviluppo applicata all’innovazione tecnologica per la transizione ecologica e per la rigenerazione dei suoli. Tra le prime nel nostro Paese a spingere per l'abbandono di un’economia lineare per dirigere decisamente la prua verso un’economia rispettosa dell’ambiente e del suolo, governata da principi etici capaci di ridefinire la consapevolezza individuale e collettiva della produzione e del consumo anche attraverso la ridefinizione della responsabilità sociale delle imprese e dei loro obiettivi. Un movimento circolare vitale ed economico che sappia valorizzare, per esempio, gli scarti dell’agricoltura, proprio come ha saputo fare Novamont attraverso il MaterBi, la bioplastica compostabile e biodegradabile dei sacchetti della spesa. Un brevetto internazionale depositato, insieme ad altri centinaia, proprio da lei. Nella convinzione che il futuro è e sarà sempre più legato all’innovazione pienamente rispettosa dell’ambiente e incastonata in un mosaico industriale produttivo frutto di una sostenibilità e una simbiosi strutturale e identitaria tra materia e consumo. Una linea di principio che ha seguito fin da quando ha guidato Novamont, dagli anni Novanta leader nella produzione di bioplastiche, verso l’acquisizione nel 2012 di un impianto dismesso dalla giapponese Ajinomoto per avviare il primo impianto industriale al mondo nella produzione da fonte rinnovabile di biobutandiolo. Ovvero da zuccheri che, attraverso l’uso di batteri, hanno diminuito di fatto il potenziale di riscaldamento globale netto delle bioplastiche in Mater-Bi di oltre il 50% a livello di emissioni di CO2 rispetto all'alternativa fossile. 

Anche come Presidente del Kyoto Club, l’organizzazione no profit costituita da imprese, enti, associazioni e amministrazioni locali impegnati nel raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas-serra assunti con il Protocollo di Kyoto, con le decisioni a livello UE e con l’Accordo di Parigi del dicembre 2015, lavora per ridefinire il paradigma che mette in netta e naturale contrapposizione l'ambientalismo con la biochimica. Attraverso una precisa presa di responsabilità individuale e collettiva e un profondo cambiamento di mentalità che sappia generare quel salto culturale necessario a mettere in pratica un’economia realmente rigenerativa. Ovvero una strategia a medio lungo termine che sappia produrre effetti evidenti e immediati sul pianeta e molte migliaia di posti di lavoro: “per affrontare in modo costruttivo, con coraggio e spirito di servizio le sfide epocali di una transizione ormai non più rinviabile, a partire dai nostri territori”. 

Come componente del comitato scientifico per la missione europea di ricerca Soil Health and Food è, inoltre, impegnata nei progetti di rigenerazione in grado di rimettere in salute il 75% di tutti i suoli in ogni Stato membro entro il 2030. Il tutto con un approccio sistemico, in grado di combinare ricerca e innovazione e tenendo conto che in Europa abbiamo una media del 70% dei suoli agricoli a rischio di eutrofizzazione, un 24% di terreni soggetto a erosione e un 25% ad alto rischio di desertificazione. 
precedente: Piero Manzoni
successivo: Carlo Montalbetti